Significa che ogni cosa che facciamo, in primis la pratica spirituale, diviene un mezzo per eliminare sempre di più quelle barriere che ci impediscono di sentirci uniti, come umanità, come esseri umani e, in ultimo, come anime. Significa usare l’amore e la gioia che proviamo, come arma per combattere ingiustizie e sofferenze attorno a noi, e non per rinchiuderci in una torre sempre più alta e lontana dalla vita che accade attorno a noi.

Questo è il fine ultimo della pratica Yogica, e, a mio avviso, dell’esistenza umana.

Riconoscere che la nostra anima, è parte dell’anima universale, che siamo tutti uniti dall’amore divino. Ogni singolo essere, è un’espressione di quell’amore.

La pratica diventa perciò strumento di “lotta” amorevole, tramite la luce che ognuno sperimenta tramite di essa, il bene e l’amore che abbiamo nella nostra vita, non rimane chiuso in un guscio di protezione fasulla, ma va portato fuori, unito alle altre luci attorno a noi, per creare un faro che mostra chiaramente la via, dove non ci sono bivi, ma solo direzioni nette e precise.

Namastè,

Clara

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