In questi giorni sto leggendo un bellissimo libro di Krishnamurti che mi sta aprendo davvero tante porte di riflessione e introspezione, una in particolare che penso possa ispirare anche voi. Si tratta di un capitolo che riflette sul modello del mito. Di cosa si tratta? Il modello del mito rappresenta il conflitto fra ciò che è e ciò che vorremmo che fosse, l’utopia, l’irreale, ciò che non esiste.
Secondo questa considerazione infatti, di fondamentale importanza nella visione Yoga, l’elemento che ci porta alla sofferenza è il contrasto tra il reale e il mito, ovvero tra la realtà di ciò che siamo e quello che viviamo, e di ciò che vorremmo essere, o che ci immaginiamo dovrebbe essere, l’utopia. Il mito rappresenta un’evasione da ciò che siamo, un ideale, senza riscontro nella realtà. Spesso perdiamo di vista ciò che noi siamo, e passiamo gran parte del tempo a cercare di cambiarlo, vivendo appunto nell’ideale di un mito che non esiste nella realtà.
Questa dinamica porta inevitabilmente sofferenza perchè non ci permette di godere della vita che abbiamo in questo istante, immaginando un ideale in cui saremo più felici, che però non esiste. Ciò che esiste è solo questa realtà, e dobbiamo trarne il meglio ora, senza rimandare a un domani che non è reale. La nostra vita potrà essere felice e appagante solo nel momento in cui riusciremo a vivere pienamente nel reale, nel presente, in ciò che è. È importante sottolineare che questo non significa perdere di ambizione, ma semplicemente lavorare ogni giorno per migliorarsi, senza però rifuggire la realtà attuale, ma vivendola appieno al meglio delle nostre possibilità, solo così potremo essere davvero felici e attirare a noi ulteriore abbondanza e gioia.
Ricordiamoci che il maestro Paramahansa Yogananda ha sempre sottolineato l’importanza del dare il meglio in qualsiasi attività si svolga, dal lavoro, al cucinare e così via, considerando ogni azione come un’offerta al divino, da eseguire per questo al massimo del nostro impegno e capacità. Questo significa vivere nel presente.
Namastè
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