Questa estate ho letto alcuni libri per approfondire meglio il tema della meditazione. In particolare ho approfondito la scrittrice, poetessa e maestra di meditazione Chandra Livia Candiani, che, con il suo libro “Il silenzio è cosa viva” espone in modo molto immediato e diretto quello che per molti resta un concetto difficile da afferrare, ovvero: Cosa vuol dire meditare? Spesso nell’immaginario comune la meditazione viene vista come un momento in cui tutti i pensieri vengono messi a tacere, dove si resta in silenzio, in uno spazio di vuoto mentale ed emotivo. Non potrebbe esserci nulla di più lontano invece, dal vero significato della meditazione, che credo si esprima al meglio con questa citazione tratta dal suo libro:
“Meditare non è fare il vuoto intorno a noi. Anzi: è non separare i mondi, non dividere quel che consideriamo spirituale da quel che riteniamo ordinario. E i gesti quotidiani di cucinare, lavare i piatti, telefonare, pulire, leggere possono diventare forme di preghiera. È insomma stare dentro noi stessi, dentro tutto ciò che siamo in quel momento, consapevolmente. Spesso si pensa che la soluzione al dolore e all’ansia sia altrove, ma è nel dolore la soluzione del dolore (è nell’ansia la soluzione dell’ansia). Sentendolo, abitandolo, assaporandolo, non è più estraneo, ma a poco a poco un ospite scomodo, irruente, tempestoso e infine un pezzo di noi.”
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Chandra Livia Candiani, Il Silenzio è cosa viva.
E voi, avete provato a meditare? Come approcciate questo momento di profonda introspezione?
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