Quante volte ci è capitato, di trovarci a esprimere un giudizio negativo di getto, verso qualcuno che a malapena conosciamo, ma anche verso noi stessi. “Sono stupido, non valgo nulla, sono sbagliato”. Queste parole che spesso non ci rendiamo neanche conto di ripetere a noi stessi, creano uno strato profondo di verità dentro di noi.
Le parole con cui ci parliamo riflettono come ci comportiamo, perché le interiorizziamo nell’inconscio. Non solo, questo atteggiamento giudicante, riflette anche come vediamo il mondo, l’altro.
L’accettazione, il non giudizio, la compassione, verso noi stessi innanzitutto. Saper fare un passo indietro, chiedere aiuto, riposare.
Come possiamo accettare la realtà così com’è, senza frustrazione, non giudicare gli altri per le loro scelte e avere compassione verso chi è in difficoltà, se non siamo in grado di farlo innanzitutto con noi stessi?
Con quali termini ci parliamo? Siamo gentili? Oppure ci critichiamo, viviamo nel senso di colpa per non essere in grado di fare di più, di essere sempre performanti?
Accogliere tutto, così com’è, significa essere in grado di lasciare andare, di guardare le cose con occhi gentili, di abbracciare anche i momenti difficili, di stanchezza e fatica, agendo di conseguenza, parlandoci in modo compassionevole.
Visualizzare il confine fra pigrizia e stanchezza, e, senza più sforzo, seguire il nostro corpo, il nostro cuore, con amore e gioia, in qualsiasi condizioni essi siano.
Proviamo a fare uno sforzo per allenare ogni giorno la compassione, verso noi stessi, parlandoci in modo gentile, e, di conseguenza, verso gli altri, portando comprensione ed empatia, invece del giudizio.
Namastè, Clara.
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